Sièla
2019
L'Appennino del Sud Italia custodisce un passato irriducibile. Un luogo multiplo, geografico e storico, mitologico e religioso.
Territori che riconducono al rapporto primordiale tra esseri umani e animali, tra il paesaggio e le cose. Esse ci conducono in un sentore di intimità e di estraneità, evidenziando le mancanze del presente e custodendo la vita e la morte nel loro mistero.
Questo racconto tenta di restituire attraverso identità effimere, autoritratti e tassidermie un immaginario in bilico tra realtà e finzione che mette l’accento sul rapporto che ci lega a quel senso di paesaggio che stiamo perdendo. Attraverso l'immagine si attua un corto circuito di spazio e tempo dove l’analisi antropologica e l’analisi temporale permettono alla fotocamera di estraniare legami affettivi e ambientali, consolidando alla fotografia il ruolo di una ricerca intima e introspettiva.